A Modena la nona edizione del Periferico Festival. Il collettivo Amagdala rinnova la sua sfida ai non-luoghi della città.
Alto Fragile Urgente. E' questo il titolo della nona edizione di Periferico, il festival di arte e teatro che esplora i luoghi urbani non-teatrali, gli spazi della città che finiscono nel degrado o semplicemente stritolati dalla folle urbanizzazione dei nostri agglomerati cittadini.
Per il secondo anno consecutivo, prediligendo dunque la continuità, il collettivo Amagdala di Modena sceglie le officine in disuso e le imprese del Villaggio Artigiano di Modena Ovest. Qui dal 26 al 28 maggio tra installazioni permanenti e performances anche per un solo spettatore andrà in scena la tappa 2017 di questo Festival che a buon diritto può definirsi Festival d'arte nelle periferie.
Gli spazi sono non-luoghi
Nove anni a girovagare in un territorio come quello modenese dove, come in moltissimi altri punti del nostro paese, i non luoghi possono essere tanti. Luoghi che sono stati qualcosa ma adesso non sono più niente, luoghi dove dell'uomo e del suo essere comunità sono rimaste solo tracce desolanti. Così, nelle edizioni passate si è andati dall’ex recapito postale della stazione FFSS all'Archivio Comunale, dal condominio popolare R-Nord alla fabbrica all’avanguardia Tecnord e al museo-laboratorio Officina Emilia, fino ad approdare al Villaggio Artigianale di Modena Ovest. Un luogo nato a metà degli anni '50 da quella che fu un'intuizione piuttosto felice negli anni della ripresa economica del secondo dopoguerra, ma anche delle prime tensioni sociali. Un luogo in bilico tra città e campagna, che avrebbe dovuto tenere insieme vita e lavoro, saper fare con essere impresa, filiera produttiva e senso di appartenenza a una comunità. Questo luogo è oggi un non-luogo che diventa palcoscenico privilegiato per dare corpo a un progetto dove la pratica artistica può servire a ricostruire legami e affetti con la terra di appartenenza.
Imperativo categorico: esplorare
Gli artisti che si esibiscono a Periferico sanno perfettamente che il loro contributo non è semplicemente quello di portare una replica del loro lavoro in un ennesimo festival, ma sono chiamati a interrogarsi su come far interagire la propria cifra creativa con un panorama fatto di officine dismesse, negozi, strade, ex tracciati ferroviari e perfino prati incolti. In questo modo l'arte si fa esplorazione, indagine e nel suo calarsi dentro percorsi inusuali, ma profondamente vicini alla vita quotidiana, prova a riannodare una serie di fili spezzati. Per questa nona edizione i nomi più interessanti della ricerca artistica e performativa nazionale sono in arrivo a Modena Ovest: la Compagnia Abbondanza/Bertoni, Muta Imago, Claudia Catarzi, Isabella Bordoni, OHT - Office For A Human Theatre, Filippo Tappi, Leonardo Delogu e molti altri. Installazioni, performance, spettacoli di teatro e di danza, conversazioni e concerti nel tentativo di rispondere alla domanda centrale: che posto può avere l'arte lì dove tutto parla di lavoro e impresa?
Programma completo e informazioni sul sito del Festival.